Melanomi: come prevenirli e diagnosticarli
Nella Newsletter dello scorso Aprile abbiamo parlato dell’importanza di proteggere e preparare adeguatamente la nostra pelle prima di esporci ai raggi solari per evitare scottature, eritemi solari, macchie e rughe.
Con l’occasione della recente ricorrenza del Melanoma day (ovvero la giornata dedicata alla prevenzione del melanoma e dei tumori della pelle), nella presente Newsletter vogliamo approfondire altre problematiche ben più gravi che l’esposizione solare può comportare, ovvero lo sviluppo di forme cancerogene di cui l’esponente più pericoloso è il melanoma.
Cos’è il melanoma
Il melanoma è un tumore maligno della pelle che origina dai melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina, e rappresenta una delle forme più aggressive e pericolose di cancro cutaneo.
Sebbene rappresenti solo una piccola percentuale dei tumori della pelle, il melanoma è responsabile della maggior parte dei decessi correlati a queste patologie. E negli ultimi 30 anni il numero di casi diagnosticati è praticamente raddoppiato.
L’età media dei pazienti con diagnosi di melanoma è di soli 50 anni e il 20% dei casi viene riscontrato in pazienti di età compresa tra 15 e 39 anni. E la sua incidenza è in costante aumento a livello globale.
Per questi motivi, è cruciale sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce.
Fattori di rischio e prevenzione
Il fattore di rischio principale per lo sviluppo dei melanomi è l’esposizione eccessiva ai raggi UV che derivano dal sole, ma anche da lampade e lettini solari, che possono danneggiare il DNA delle cellule della pelle.
Le scottature solari, specialmente durante l’infanzia, possono aumentare significativamente il rischio di sviluppare questo tumore.
Anche i fattori genetici giocano un ruolo importante: avere una storia familiare di melanoma o possedere numerosi nei atipici aumenta la probabilità di sviluppare la malattia.
Per proteggerci dai raggi UV le raccomandazioni sono:
evitare l’esposizione eccessiva al sole: soprattutto nelle ore di punta, dalle 10:00 alle 16:00;
utilizzare protezioni solari adeguate: applicare regolarmente creme solari ad ampio spettro con un fattore di protezione solare (SPF) di almeno 30;
indossare abbigliamento protettivo: cappelli a tesa larga, occhiali da sole e abbigliamento che copra la pelle;
evitare l’uso di lampade abbronzanti: le ricerche dimostrano che l’esposizione artificiale ai raggi UV aumenta il rischio di melanoma.
È inoltre fondamentale e necessario controllare periodicamente l’aspetto dei nei.
L’analisi dei nei ad occhio nudo per scoprire il melanoma prevede l’applicazione del cosiddetto “metodo ABCDE”:
A: come asimmetria, quando una metà è più grande dell’altra;
B: come bordo, quando risulta irregolare;
C: come colore, quando ne è presente più di uno con colore diverso;
D: come diametro, quando è maggiore di 6 mm;
E: come evoluzione; se cresce in breve tempo.
Se uno di questi aspetti risulta alterato è bene consultare immediatamente un dermatologo, dal momento che la diagnosi precoce di un tumore così aggressivo risulta di fondamentale importanza.
Ancora più efficace nella determinazione di affezioni maligne è la tecnica di acquisizione di immagini in epiluminescenza, in grado di diagnosticare precocemente un tumore della pelle nel 92% dei casi (a fronte del 70% dei riscontri maligni analizzati ad occhio nudo).
È comunque consigliabile sottoporsi ad almeno un controllo all’anno dallo specialista; tuttavia i controlli dovrebbero essere più frequenti in presenza di fattori di rischio che potrebbero aumentare il pericolo di tumori della pelle.
Altri fattori di rischio
Per determinate categorie di persone, anche un’esposizione limitata ai raggi UV può essere particolarmente rischiosa per lo sviluppo di danni permanenti.
Questo può verificarsi nel caso di assunzione di sostanze fotosensibilizzanti, ovvero in grado di rendere la pelle particolarmente sensibile alla luce solare o ad altre forme di luce ultravioletta.
I fenomeni di fotosensibilizzazione, che possono presentarsi nel caso di esposizione alla luce solare senza le dovute precauzioni, si possono suddividere in:
– reazioni fotoallergiche: si manifestano con l’insorgenza di eczemi, ovvero arrossamento della zona esposta, in cui compaiono vescicole che evolvono in croste;
– reazioni fototossiche: si manifestano come un’ustione solare.
Numerose sono le sostanze che possono causare fenomeni di fotosensibilizzazione e, tra queste, ricordiamo:
farmaci per uso topico come: gli antinfiammatori non steroidei come il ketoprofene, il piroxicam e l’ibuprofene;
farmaci per uso orale o parenterale come: diuretici, antimalarici, antidepressivi, farmaci per il sistema cardiovascolare, FANS, antidiabetici, anticonvulsivanti, antipsicotici, antistaminici, alcuni farmaci dermatologici, antibiotici, farmaci citotossici, ormoni.
filtri solari come l’octocrilene e il benzofenone;
alcune sostanze contenute nei profumi e nei cosmetici;
gli antistaminici locali;
gli anestetici locali.
alcune sostanze di origine vegetale quali lime, il sedano, il fico, il prezzemolo, l’Heracleum mantegazzianum (un’erba che cresce nei campi con una infiorescenza bianca) e gli agrumi.
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Grazie al dermatoscopio Skinsat, in modo non invasivo, verranno acquisite immagini in epiluminescenza, che verranno inviate ad un centro per la refertazione specialistica da remoto di un dermatologo.
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